Lo sport italiano di alto livello ha da qualche mese un volto nuovo che ha fatto innamorare gli appassionati, e non solo in Italia.
Parliamo di Jasmine Paolini, tennista ventottenne nata in un paesino della Garfagnana.
In queste ultime settimane Jasmine ha compiuto diverse imprese straordinarie: finalista agli Open di Francia sui campi parigini del Roland Garros, finalista nel “tempio” del tennis, nel torneo più prestigioso al mondo, Wimbledon, che si gioca sui mitici campi in erba del “All England Lawn Tennis and Croquet Club” e vincitrice della medaglia d’oro nel doppio femminile – insieme a quella fantastica “ragazzina” di 37 anni che risponde al nome di Sara Errani – alle Olimpiadi parigine.
La storia di Jasmine ha creato grandissimo interesse perché è una specie di favola e perché la ragazza, sempre meravigliosamente sorridente, emana una contagiosa simpatia.
Jasmine non è quella che si potrebbe definire una predestinata, e infatti la sua esplosione ad altissimi livelli avviene solo ora che ha 28 anni; un’età in cui generalmente, giocatori e giocatrici, hanno toccato i loro massimi livelli già da tempo.
E poi Paolini è piccola, solo 1.63, quando anche il tennis femminile è dominato dalla potenza dei colpi di ragazze altissime e con ben altra struttura muscolare.
E allora raccontiamola questa piccola favola, che come tutte le favole che si rispettano ha una morale.
Jasmine nasce a Castelnuovo in Garfagnana da una famiglia certamente non particolarmente benestante. Papà italiano che gestisce un piccolo bar a Bagni di Lucca e mamma polacca ma di origine ghanese (Jasmine parla fluentemente anche il polacco). Inizia a giocare a tennis da bambina piccola e pur di giocare si sobbarca quotidiane trasferte a Lucca. È sicuramente una ragazza portata e di sicuro non le mancano passione e volontà, ma a 15 o 16 anni, ai primi tornei giovanili internazionali, nessuno può immaginarla futura stella di questo sport.
In carriera percorre con testarda volontà tutte le tappe della gavetta. I tornei ITF (l’ingresso nel mondo dei tornei internazionali), i challenger, le qualificazioni dei tornei maggiori.
Vittorie e sconfitte, una carriera da onesta professionista che non lascerà traccia di sé… E invece! Tre anni fa incontra Renzo Furlan, ex giocatore di buon livello negli anni 90. Renzo capisce che in quella ragazzetta ricciolina c’è ancora tanto talento inespresso, e le propone di allenarla.
Inizia così il sodalizio tra i due e immediatamente Jasmine alza il suo livello di gioco. Tra il 22 e il 23 vince i suoi primi (piccoli) tornei del circuito maggiore e entra stabilmente tra le prime 100 nelle classifiche WTA. Ma siamo ancora lontani da quanto accaduto nelle ultime settimane.
Il salto di qualità vero Jasmine lo fa all’inizio di quest’anno; gli ottavi agli Australian Open e poi la vittoria in un Master 1000 (i tornei più importanti dopo i 4 Slam) a Doha, per poi arrivare, come dicevamo, alla finale sulla terra parigina del Roland Garros, alla finale del più prestigioso torneo al mondo, Wimbledon, e all’oro olimpico con Sara.
A Wimbledon, per quanto sconfitta in finale, Jasmine ha ricevuto una vera ovazione di applausi e simpatia durante la premiazione; il pubblico sugli spalti e le centinaia di migliaia di persone che l’hanno seguita in TV hanno enormemente apprezzato il suo modo di stare in campo. Non è solo una questione di qualità del gioco, io credo che Jasmine abbia conquistato tutti con la sua “grinta sorridente” così diversa dall’aggressività monocorde (e un po’ ottusa) di molte giocatrici (e giocatori).
Ovviamente sia a lei, sia al suo allenatore Renzo, viene chiesto in continuazione cosa sia successo, perché una giocatrice “normale” si sia trasformata in una top player, in pochi mesi e a questa età.
Il segreto in realtà è semplice: lavoro intelligente. Jasmine si è sempre allena tanto, ma adesso si allena con un team di professionisti di qualità che hanno affinato il suo gioco e esaltato le sue qualità atletiche. E questo l’ha portata a migliorare anche la sicurezza e la consapevolezza di sé, fondamentali per ottenere risultati.
Questa è la morale: nello sport come nella vita e nel lavoro non ci sono scorciatoie. I risultati si raggiungono con l’applicazione.
Ma poi c’è un’altra cosa che ci ricorda Jasmine; lei sorride e dice sempre di sentirsi fortunata per essere su un campo da tennis a fare quello che fa. Vuoi mettere con tutte quelle facce imbronciate, arrabbiate, distrutte da tensione e pressione? Ecco, l’altro segreto è sorridere un po’ di più, vedere il lato positivo delle cose…
Buon rientro dalle ferie e buon ritorno alle attività lavorative, e riflettiamo su quanto sia importante il giusto atteggiamento per migliorare la nostra vita e non solo quella lavorativa!